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Feelings, Quest di Background

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view post Posted on 26/2/2024, 17:29     +1   -1
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ambientato dopo Decisioni

sophie



Era appena uscita dalla tenuta del Maestro Kwandal, e sapeva perfettamente, ora come ora, ciò che doveva fare. Senza ulteriori indugi avrebbe preso immediatamente un taxi, ed avrebbe detto dove avrebbe dovuto portarla: al Tempio dei Jedi. Mentre lo speeder sfrecciava tra i cieli del pianeta, per qualche istante permise alla propria mente di vagare nell'ignoto. Inizialmente pensava solamente alla sua vita passata, chiedendosi effettivamente quanto tempo fosse passato, per poi avere la mente vagare ulteriormente, e ripensando a ciò che era successo sulla nave. Di fatto non era passato molto da quando si erano baciate, e sebbene avesse adesso le idee un po' più chiare, si chiedeva effettivamente se fosse ciò che voleva, che sentiva, se era solamente stato un momento, o se forse doveva seguire la propria coscienza.

Non sapeva bene cosa rispondere a tutte queste domande, ed i pensieri vennero interrotti quando il taxi atterrò al Tempio. Senza ulteriori indugi, scese dal taxi e si diresse direttamente verso alcuni Maestri Jedi, chiedendo se per caso sapessero dove tenessero Astra. Fortunatamente, l'avevano vista ed era stata trasportata verso l'infermeria. Senza sapere se Astra fosse ancora cosciente o meno, si sarebbe quindi diretta in quella direzione. Quando fu quasi all'infermeria, si bloccò: quasi un istinto le diceva di fuggire, di abbandonare la nave, di lasciar perdere tutto quanto e fare quello che faceva tutti i giorni. In ogni caso, tirò un lungo sospiro e continuò per il percorso, raggiungendo l'infermeria.

Una volta sull'uscio, avrebbe varcato la soglia e si sarebbe seduta vicina al lettino di Astra - probabilmente accompagnata da un droide medico che avrebbe iniziato a spiegare con una serie di paroloni medici la sua situazione. Sophie non ci stava capendo nulla, ma avrebbe semplicemente annuito. Se Astra fosse stata incosciente, sarebbe rimasta lì, senza dire nulla, attendendo una sua ripresa. In caso contrario, se fosse stata già sveglia, allora le avrebbe sorriso lievemente imbarazzata, per poi dire un semplice:
"Buongiorno, Astra."
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    21/3/2024, 11:18
    Andréas


Edited by Andréas - 21/3/2024, 11:22
 
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view post Posted on 27/2/2024, 15:10     +1   -1
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Non appena fu ad un paio di metri dall’accesso alla camera di degenza dell’hapiana, Sophie riuscì a udire qualcuno parlare al suo interno. Subito non riconobbe la sua voce ma, qualora fosse rimasta ad ascoltare (appena dietro la soglia) qualche secondo in più, avrebbe riconosciuto il timbro del Maestro Sonma.
# Il Consiglio si riunirà tra un paio d’ore, Astra.
Malgrado l’accaduto, siamo comunque grati alla Forza per il vostro ritorno a casa.
#
Non merito la sua gentilezza, Maestro…tuttavia, la ringrazio.
La ragazza in ascolto, avrebbe quindi udito il tipico suono di una olo-trasmissione appena conclusasi ed un successivo commento della persona che stava cercando.
Maledetta elsa esplosiva, la prossima volta ci penso due volte prima di disarmare qualcuno! E vorrebbero far passare questo “Antilles Bio-COSO” come una vera mano? Tsk.
Fu in quel momento che avvertì una presenza vicino a lei e subito interruppe il proprio borbottio, girandosi in direzione dell’ingresso della camera. Qualora avesse messo piede all’interno dell’ambiente, la jedi avrebbe scorto un dispositivo posato sulle lenzuola dell’unico letto presente ed una donna di spalle con addosso un veste cerulea, avente una texture a quadrettini; l’anonimo abito da degenza, era lungo fino a sotto le ginocchia e le maniche arrivavano appena sotto le spalle, lasciando così scoperti gli arti superiori per la loro interezza – o quasi. Fu in quel momento che l’occhio della ventiseienne ricadde sull’avambraccio sinistro della trentaduenne…non l’aveva perso? No, non era un’allucinazione: i movimenti poco fluidi delle falangi, le confermarono l’ipotesi più attendibile.
So-Sophie?
Imbarazzata almeno quanto la ragazza che l’era venuta a far visita, Astra prese subito la vestaglia dalle maniche lunghe e se la mise, senza curarsi di chiudersela sul davanti. D’altronde, l’imbarazzo non sembrava derivare tanto dalle forme del proprio corpo, quanto dall’arto impiantatole, al punto che si nascose la mano nella tasca esterna.
Sei venuta...?
Chiese con un filo di voce, ripiegando di qualche passo fino a raggiungere il bordo del letto, mentre con sguardo da cerbiatta impaurita la osservava come mai aveva fatto in vita sua, tanto che Sophie si sarebbe potuta tranquillamente chiedere se quella fosse realmente Astra od un clone senza il suo vissuto alle spalle.
 
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view post Posted on 27/2/2024, 22:18     +1   -1
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"Ovviamente! Pensavi ti lasciassi sola in un letto, dopo quello che hai passato?"
Lo disse con un sorriso lievemente più accentuato, mentre si avvicinò al letto, sedendosi su una sedia vicino a lei. Non sapeva esattamente come iniziare. Aveva avuto modo di pensare ripetutamente su ciò che era successo, di discutere con il Maestro Kwandal, eppure niente l'aveva preparata nel vederla così. Ridacchiò tra sé e sé, guardandola per un istante, prima di spiegare il motivo della sua reazione.
"Tra tutte le persone che ci sono nella Galassia, io sono proprio una delle poche a cui nasconderlo."
Senza quasi alcuna esitazione, la donna lentamente raggiunse la mano bionica con la propria, se fosse stata a portata, per poi stringerla. Se invece non fosse stato il caso, allora semplicemente avrebbe tenuto il braccio o l'avambraccio, con fare gentile.

Il sorriso poi svanì lievemente, pensierosa, voltando lo sguardo verso la porta, prima di tornare a guardarla ancora una volta.
"Quando... ho abbandonato il mio vecchio corpo, per poi far catapultare la mia coscienza all'interno di un droide, ho perso tutto. La mia vecchia vita, me stessa, e molto di più. Però fui fortunata, nella sfortuna. Trovai chi mi accettò senza pregiudizi. Al tempo non sapevo che in realtà era colui che amavo, sapevo solo che fosse la mia Guida."
Con l'altra mano, se fosse stata a portata, si sarebbe allungata per prendere l'altra mano di Astra, e tenerla nella propria. I propri occhi verdi osservarono direttamente in quelli nocciola della Maestra Jedi.

"Era un supporto. Qualcuno su cui contare. L'unica ragione per cui non impazzii."
Le mani strinsero un pelo, ma non al punto di fare male; era più una dimostrazione d'affetto, e di comprensione, mentre la guardava.
"Mi insegnò a non essere codarda, ed affrontare ciò che si teme di più nonostante la paura. Se necessario, sarò la tua Guida, in questo momento difficile. Non intendo abbandonarti così, Astra."
 
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view post Posted on 28/2/2024, 11:13     +1   -1
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Astra rimase ad ascoltare attonita la ragazza difronte a lei, mantenendo lo sguardo sul suo mentre le si avvicinava con pacatezza, fino a sedersi sulla seduta accanto al letto. L’hapiana fece lo stesso, spostando con la Forza il dispositivo, dalla posizione centrale fino ad una più periferica. Una volta seduta, non ebbe modo di formulare una frase che Sophie le fece subito notare quanto poco senso avesse nasconderle l’arto – considerato chi fosse. Quando la mano della donna raggiunse la sua o, per meglio dire, quella che avrebbe dovuto imparare a considerare tale, un brivido l’assalì.
CITAZIONE (Andréas @ 12/10/2023, 14:31) 
< La sensibilità alla mano? >
Senza alcun preavviso, il robottino la punse con un piccolo ago e la reazione che l’hapiana ebbe fu del tutto istintiva: la mano si ritrasse verso il corpo e le labbra diedero origine ad una smorfia.
Ouch! Nove!

Dieci.
Pensò tra sé e sé, riferendosi alla sensibilità restituitale dalla mano – per quanto (con ogni probabilità) le emozioni che provò in quell’istante le offuscarono il giudizio. In quel momento, Sophie avrebbe potuto fare di lei la propria marionetta, ma fortunatamente si limitò ad una stretta gentile sulla parte del corpo della quale la Zel sembrava vergognarsi. Quando poi la ventiseienne mosse lo sguardo verso la porta, come a controllare che non vi fosse nessuno all’ascolto, questa andò a chiudersi secondo la volontà della jedi seduta sul letto che rimase poi ad ascoltare ciò che la cavaliera condivise con lei. Il silenzio discreto, avrebbe accompagnato lo sguardo della trentaduenne ancora una volta, mentre l’altra mano venne colta – anch’ella – come un fiore di un giardino proibito. Gli occhi nocciola di Astra e quelli smeraldini di Sophie, furono in quel momento ambasciatori delle loro anime; l’Astra di un tempo, quella coetanea di Sophie, avrebbe probabilmente accorciato le distanze con la sua interlocutrice – non appena udì le parole successive. Tuttavia, l’hapiana non era più quella di un tempo: gli eventi l’avevano resa una persona più ponderata e coscienziosa – pur preservando la gentilezza che la caratterizzava.
Non ti ci vedo proprio come codarda, ma se è per merito suo se sei riuscita a superare quel difficile momento della tua vita, allora dovrei io stessa ringraziarlo per averti al mio fianco.
Lo sguardo di Astra planò poi verso il pavimento, seguito da una manciata di secondi regalati inconsciamente al silenzio.
Ho commesso un’atrocità su quella nave.
Confessò, senza peli sulla lingua.
Ho superato il limite e ne renderò conto al Consiglio tra un paio d’ore. Sapevamo che era una trappola, ma ciò che ho fatto per neutralizzare Kamereon, non è stato né onorevole né da jedi.
Astra scosse il capo, sfilando le mani da quelle di Sophie per poi formare (con le dita) un intreccio del tutto simile ad una posizione volta alla preghiera.
Chi resta al mio fianco, presto o tardi ne paga lo scotto…e non è ciò che voglio per te: meriti una vita felice e non solo per tutto ciò che hai passato fino ad oggi, ma anche per ciò che sei.
Nel dirlo, Astra calò le palpebre fino ad abbandonare la vista delle mani abbracciate tra loro; nel momento in cui gli occhi si chiusero, una goccia amara solcò lo zigomo nascosto alla vista di Sophie, tracciando una linea umida che divise in due il viso della jedi fino al raggiungimento del mento ove si fermò, preparandosi al salto.

Edited by Andréas - 28/2/2024, 13:01
 
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view post Posted on 2/3/2024, 00:10     +1   -1
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"Direi che quella è una scelta che devo fare io, a chi stare vicino, e non tu, non credi?"
Sorrise appena e s'alzò dalla sedia, per sedersi poi vicino a lei sul lettino dell'ospedale. Stando vicino a lei, con la mano destra raggiunse il mento - asciugandolo dalla lacrima con il pollice, per poi gentilmente alzarle il volto per far sì che i loro sguardi si incontrassero. Rimase in silenzio per alcuni istanti, prima di parlare, ma lasciò che in quel silenzio i loro occhi si incontrassero ancora una volta, come a chiedersi chi fosse chi, ed infine riconoscersi ancora una volta. Le sorrise quindi genuinamente, e raccolse la sua guancia con il palmo della mano. Gli occhi verdi della Jedi sembravano quasi brillare di luce propria, capendo perfettamente lo stato d'animo della Maestra, e sebbene non sapesse cosa dire, decise di menzionare ciò che fluttuava nella sua mente.
"E inoltre non sono qui per parlare di me, ma per stare vicino a te. Si, è vero, ciò che è accaduto sulla nave è terribile - o non lo diresti tu stessa... ma non sei la sola ad aver commesso qualcosa di atroce. So molto bene che quando uno è portato al limite, risulta molto facile cedere ai propri istinti meno nobili."

Si prese un momento, mentre la mano destra adesso danzava per raggiungere i capelli dell'hapiana, lentamente sistemando le ciocche di capelli. Alcune dietro all'orecchio, altre semplicemente messe nuovamente in ordine, quasi con tenerezza, sicuramente con gentilezza.
"Eppure, io nutro molta stima nei tuoi confronti. Se hai fatto ciò che hai fatto, avevi un motivo. A tutti capita di cadere. Spetta a noi, tuttavia, decidere se rialzarci o dare la colpa ad altri per la caduta, ed usare il dolore come scusa. Tu hai scelto la prima opzione; è per questa ragione che hai la mia più completa fiducia. È per questo che ho portato qualcosa."
Si voltò per un attimo per cercare dentro alla propria scarsella che si era portata dietro, e tirò fuori quello che sembrava essere un comunissimo datapad. Se Astra ci avrebbe fatto accesso, avrebbe scoperto che registrava solamente tre cose: un collegamento ipertestuale, un nome utente, una password e un'immagine in tre dimensioni di una donna.

Sophie



"Questo è il mio backup. Un backup che avevo fatto quand'ero ancora un droide, svegliatosi da poco, mentre ero sotto attacco informatico. Contiene me stessa com'ero al tempo, ed è stata salvata su un database nell'holonet profondo. È protetto con spyware, virus, firewalls, trappole per chiunque voglia hackerarlo. In sostanza è la mia seconda vita, qualora... beh, qualora dovesse succedermi qualcosa. Una promessa per poter continuare a fare qualcosa di buono, sebbene non sia proprio io, ma è possibile fare un upload su una piattaforma se necessario."
Dopo aver spiegato che cos'era, lasciò il datapad nelle sue mani, e se l'avesse accettato, le avrebbe chiuso le mani con le proprie.
"Ed ora la sto donando a te, Astra."
 
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view post Posted on 4/3/2024, 15:48     +1   -1
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Astra tacque, anzi venne zittita da una risposta che non avrebbe lasciato molto margine a eventuali repliche. Lasciò poi che la stessa si prendesse cura di lei, per via della parte di corpo che mentalmente rigettava come sempre aveva fatto con ogni forma di tecnologia. Tutto ciò svanì quando la mano della ragazza si affiancò delicatamente sul volto dell’hapiana, dapprima sfiorandolo e (successivamente) accogliendolo dolcemente. Fu lì che, in silenzio, la jedi sentì di potersi lasciar completamente andare con lei: le palpebre si rilassarono, abbassandosi fino a chiudere gli occhi, mentre il viso s’inclinò di lato alla ricerca di quell’accogliente abbraccio. Quella che per Kamereon risultò feroce quanto un Nexu cresciuto allo stato brado, tra le mani di Sophie si rivelò essere alla stregua di un Lothcat domestico. Era da anni che qualcuno non la sfiorava con tale gentilezza e a volte basta davvero poco per curare ferite invisibili ai più. Astra schiuse gli occhi, senza tuttavia aprirli del tutto, nell’ascoltare le ultime parole della jedi che si conclusero con l’annuncio di un dono. Il viso della maestra si sollevò e sul suo volto apparve un’espressione genuinamente curiosa.
Un do-…tapad?
Lo sguardo migrò dal dispositivo fino agli occhi della proprietaria, quasi a domandarle il significato (perché doveva essercene per forza uno) dietro a quel gesto. L’hapiana, si mise subito all’opera nel tentativo di accendere l’oggetto e (probabilmente) avrebbe regalato una risata all’esperta in tecnologia, quando prese il dono nel verso sbagliato…della serie: “Nonna Astra, per cancellare un errore a schermo, non si usa il bianchetto!”
Guarda che so come si usa!
Le avrebbe risposto con una punta d’ironia, schiarendosi poi la voce, qualora le avesse detto qualcosa o nel caso in cui avesse tentato di sistemarle personalmente il dispositivo.
Ma…Ma…come mai lo stai dando a me? Cioè, capisco che sono probabilmente un’ottima difesa analogica per il tuo bek-app, ma è…come se tu mi stessi donando…
Fu in quel momento che negli occhi di Astra la cavaliera poté scorgere un barlume di consapevolezza, accentuato dall’interruzione del suo parlato. Qualora Sophie fosse rimasta in silenzio, limitandosi ad annuire col capo, avrebbe potuto scorgere il sorriso della jedi far breccia sul suo viso, mentre una delle mani si scostò dal datapad per poi affiancarsi al volto della più giovane. Ne derivò poi un secondo incontro – sempre se Sophie lo avesse permesso – stavolta più centrale, tra le loro labbra; non fu prolungato quanto quello sulla nave, ma fu altrettanto intriso di felicità e gratitudine, stavolta da parte della stessa mora. Sophie avrebbe potuto prolungarlo qualora l’avesse voluto, altrimenti l’avrebbe potuto far scemare nel silenzio del momento. Qualora non si fosse limitata ad accettarlo, tuttavia, avrebbe lasciato intendere alla “consorella” che in lei vedeva qualcosa di più di una semplice amicizia. In tal caso, forse sarebbero riuscite a dare una definizione per quel sentimento che le accomunava.
 
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view post Posted on 8/3/2024, 17:03     +1   -1
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Non rise, ma certamente un sorriso glielo strappò, vedendo l'approccio della donna nei confronti della tecnologia. Quando però ribadì che sapeva perfettamente come usarlo, una risata le scappò.
"Non ho mai pensato il contrario!"
La sua mente, però, viaggiò alla prima volta che si erano incontrate. O, per meglio dire, la seconda. Era quando l'aveva contattata per decrittare un datapad che sembrava essere indecifrabile ed impossibile da hackerare. Quel datapad le aveva successivamente condotte eventualmente su Malachor, dopo mille peripezie nel tentativo di salvare la giovane Jedi. Tirò un sospiro tra sé e sé, passando una mano tra i propri capelli mentre guardava la sua reazione, e quando la lampadina di comprensione s'accese nella mente di Astra, un altro sorriso le sfuggì, e ricambiò il bacio di Astra.

Non fu un bacio passionale, bensì uno più carico di affetto e tenerezza che altro. Quando Astra si staccò, entrambe le sue mani raggiunsero le sue e le strinsero. Non le importava se una era robotica e l'altra no, quello che le importava e che avesse capito.
"Non ti lascio sola, Astra... e non ho intenzione di nascondere ciò che abbiamo al Consiglio, perché i segreti - soprattutto su queste cose, sono ciò che rovinano le relazioni, e ciò che rovinano ogni altra cosa."
Un sorrisetto le scappò.

"Ma non intendo nemmeno urlarlo per tutto il pianeta. Se chiedono, non mentirò, con la consapevolezza che noi siamo Jedi prima di tutto, Astra. Nonostante qualsiasi emozione d'amore o affetto proviamo l'una per l'altra, io intendo dare la mia vita per l'amore verso gli altri... e so che tu non sei da meno. Non so cosa siamo esattamente, sicuramente più che amiche, ma vorrei scoprirlo con te, se lo vorrai."
Per un attimo i suoi pensieri viaggiarono altrove, pensando ad Ed ancora una volta. Le aveva chiesto di essere felice, ed avrebbe mantenuto quella promessa. Non poteva rimanere ancorata al passato, ma pensare di più al presente e ciò che si sarebbe presentato di fronte a loro.
"Come va la mano, ora?"
 
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view post Posted on 21/3/2024, 11:24     +1   -1
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Quando fece quel commentino che sapeva tanto di sarcasmo, tanto da essere accompagnato da una risata frizzantina, per un attimo la squadrò male. Fu giusto un attimo, in seguito al quale la fragile impalcatura – che teneva su la facciata da “finta permalosetta” – dovette cedere a quel sorriso così sincero e sereno della ragazza. Quando i loro spiriti erano divenuti una cosa sola, non fu solo Ulana Maraden a beneficiare di un miracolo: anche le due jedi vennero investite da un’ondata di bene, talmente raro e forte da far ritorno fino al cuore di chi era riuscito a manifestarlo; quando sciolsero tale unione, una parte di ciascuna rimase inevitabilmente nell’altra, dando origine ad un’attrazione rimasta racchiusa nel loro subconscio, fino a quel giorno.

Un legame nato dalla Luce, per salvare una Vita.

Erano sì jedi fuori dai canonici schemi, ma ciò ch’erano riuscite a fare – assieme – era la prova di quanto il loro modo di vedere l’Ordine non pregiudicasse affatto l’indole benevola delle due. Ancora inebetita dai sedativi, si limitò inizialmente ad ascoltare Sophie annuendo con un capo quando questa concluse la propria analisi.
Se il Consiglio chiederà spiegazioni, gliele daremo assieme. Per quanto atipico possa sembrare il modo in cui teniamo l’una all’altra, vedrai che col tempo ne prenderanno (quantomeno) atto.
V’era sicurezza nel tono di voce della mora, la quale tornò a indossare lo sguardo risoluto che la caratterizzava nei momenti in cui era necessaria una certa decisione per affrontare il destino.
Abbiamo entrambe superato momenti difficili, nel corso della nostra vita, e questo ci ha portato a divenire ciò che siamo oggi: non le jedi perfette che tutti si aspetterebbero, forse, ma nessuno è perfetto e…ciò che importa è la nostra natura, ciò che abbiamo “qui”.
Le mani della Zel sciolsero la presa con una delle due della Hill, portando quella dominante fino a posarsi sul morbido petto di Astra – all’altezza del cuore – come a dare un soggetto alla frase appena detta. L’avrebbe lasciata lì, lasciando che le labbra andassero provocatoriamente ad inarcarsi in un sorriso velatamente malizioso. Il suo sguardo non era più quello di una docile cerbiatta indifesa: i tratti curiosi erano più quelli di una volpe.
La mia bene…e la tua, invece?
Guaì la volpe, con un tono suadente, al limite del sussurro.

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    Andréas
 
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Sophie ridacchiò, alla sua domanda.
"Sei proprio sciocca, lo sai?"
Ma non le diede il tempo di rispondere, poiché mentre le stringeva la mano meccanica, l'altra mano levitò verso l'alto per raccogliere la guancia di Astra e baciare le sue labbra ancora una volta, chiudendo gli occhi per qualche istante, mostrandole l'affetto che provava verso di lei. Dire che avesse delle insicurezze era normale, ma sapeva che non avrebbe fatto dietrofront, specialmente ora che avevano deciso di percorrere questo cammino insieme. Lentamente si sdraiò vicino a lei, accoccolandosi quasi per scambiare qualche ulteriore momento di tenerezza, prima che - finalmente, le labbra si staccarono dalle sue. Al momento non disse null'altro, godendosi il puro e semplice silenzio. Avrebbe dovuto andare a fare delle commissioni, avrebbe dovuto sistemare delle cose per il SISR, ma non era nulla che non potesse aspettare ancora qualche istante. Non si parlava di vite in pericolo, bensì di semplici scartoffie da riorganizzare - per quanto fossero scartoffie digitali.

"Non sei la prima donna che bacio, sai? Sebbene in genere abbia altre preferenze."
Lo disse quasi divertita, mentre si ricordava di quel bacio su Kesh. Le sue dita si intrecciarono con le sue mentre le raccontava, ed i suoi polpacci erano sul bordo del letto, con i piedi che dondolavano pigramente. Fortunatamente, i dottori o i droidi medici non erano passati di lì.
"Ero su Kesh, e c'era questa donna che si chiamava Anna. Mi aveva praticamente costretta a ballare di fronte a molti, per poi baciarmi così - senza preavviso, per fare spettacolo."
Le sue gote si arrossirono un poco mentre ricordava quel momento, ed una risata candida le scappò.
"Ero imbarazzata come non mai."

Poi voltò finalmente il suo sguardo verso Astra e le sorrise genuinamente, avvicinandosi per baciarle il naso.
"Sono contenta che il nostro primo bacio non sia stato così improvviso, ma che anzi, sia nato da qualcosa di genuino."
A parte questo, non sapeva che altro dire: non dovevano per forza parlare, per sentirsi l'una con l'altra.
 
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La osservò con sguardo suadente
Lo sono?
Sibilò con tono suadente, simulando un’innocenza con lo sguardo da cerbiatta che le rifilò poi, venendo braccata dalla cacciatrice con un altro bacio. Qualora l’avesse voluto, Astra avrebbe accompagnato il suo movimento, permettendole di adagiarsi con la testa sulle proprie gambe, agevolandola con la Forza. Sophie si sarebbe sentita leggera come una piuma, fino a quando la sua nuca non avrebbe trovato il morbido cuscino.
Ciò mi rincuora.
Rispose successivamente l’hapiana, mentre – ascoltando l’aneddoto – con la mano mancina le andava a sistemare alcune ciocche ribelli con la punta delle dita, mentre l’altra mano era ferma sull’addome, sfiorandolo delicatamente con le unghie appena visibili. Astra la osservava con occhi amorevoli, prendendosene cura come se fosse la cosa a lei più importante – per quanto non nutrisse alcun genere di possessività, nei suoi riguardi.
La tua sicurezza e forza interiore è un aspetto che mi piace molto di te, ma…vedere imbarazzo e soggezione nei tuoi occhi è un lato che mi ammalia, che risveglia il mio istinto predatorio.
Nel dire ciò, lo sguardo della Zel si fece serio, mentre scuotendo il capo, fece piovere una moltitudine di ciocche attorno al volto della Hill, simulando liane di una remota foresta inesplorata nel chinarsi su di lei. Digrignò i denti, facendo uscire dalla gola un buffo verso che doveva apparire feroce ma che stava palesemente per trasformarsi in una risata. Fu in quel momento che Sophie si avvicinò e baciò l’umido nasino della ferocissima Astra Zel. Chiuse le palpebre per qualche attimo, annuendo silenziosamente alla sua affermazione, mentre si andò a risistemare nel prepararsi a sganciare la bomba.
La mia prima esperienza fu con una jedi rinnegata, durante una missione su Kashyyyk; la seconda, con una sith…l’allieva di Ulic "Imperatore”.
Il taglio degli occhi si fece leggermente più sottile, mentre uno strano sorriso (che probabilmente Sophie non comprese appieno) si delineò sul suo volto.
Vuoi vedere cosa ho fatto con lei?
Avvicinò le labbra all’orecchio di Sophie più vicino.
Posso mostrarglielo, Agente Hill…

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Ridacchiò tra sé e sé, quando Astra giocò con i suoi capelli, e restituì il sentimento stringendole le mani tra le proprie. Al momento era felice nell'essere adagiata sul cuscino, sentendosi al sicuro anche lì in ospedale, nonostante ciò che era capitato alla donna. Accettò il silenzio tanto quanto accettava le attenzioni ed i complimenti che vennero successivamente. Fece un lungo sospiro, contenta, fintanto che Astra non lasciò la bomba Ulic. Quasi si ridestò da quel momento di torpore, e alzò lo sguardo in direzione dell'amante. La osservò per qualche istante, quasi stranita, ma quella sensazione venne smorzata dal suo tentativo di seduzione. La cosa la fece scoppiare a ridere, e la situazione - apparentemente tesa, si smorzò subito dopo. Abbracciata ed accoccolata alla sua amata, le sorrise.
"Immagino che non possiamo controllare per chi possiamo provare affetto, e non sono certo io la più adatta a fare la predica. Tuttavia la cosa mi ha sorpresa. Non pensavo potesse succedere una cosa del genere, tra Jedi e Sith."

Un lieve sospiro, per poi sorridere. Non rispose immediatamente alla sua proposta, in effetti l'aveva lasciata aspettare ancora un poco di proposito; con un lieve risolino ai sussurri, sfregò la sua guancia contro la sua e lasciò passare ancora un po' di tempo.
"Magari la prossima volta, Maestra Zel."
Rispose con un lieve sorriso divertito; gli occhi stessi sembravano quasi irradiare felicità ed ilarità, mentre rimaneva lì ancora un poco. Poi aggrottò le sopracciglia, mentre la sua mente vagava nell'immensità che erano i suoi stessi pensieri.
"Credo che dovrò andare via presto, ho delle cose da sistemare, ma ho intenzione di restare ancora un poco. Magari, un giorno di questi, ti mostrerò il mio alloggio. Non credo tu l'abbia ancora visto?"
La guardò successivamente, con sguardo interrogativo.

Non ricordava l'ultima volta che aveva invitato qualcuno o qualcuna a casa propria, ma non aveva molta importanza. In questo ultimo periodo s'era concentrata nel migliorarsi, sia come persona che come agente, e questo aveva ovviamente inciso sulla sua vita privata - sebbene non si lamentasse più di tanto. In ogni caso, adesso che si ritrovava davanti qualcosa che non avrebbe mai immaginato trovare, era decisa a non lasciarsela sfuggire.
Come a sottolineare tutto ciò, si avvicinò e lasciò un altro bacio sulle sue labbra - ma attenta che nessuno venisse a guardare. Non voleva nasconderlo, ma non voleva nemmeno che fosse palese. Se comunque fossero state scoperte, non sarebbe stato un problema.

Edited by Holokron - 17/4/2024, 12:15
 
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view post Posted on 17/4/2024, 13:06     +1   -1
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Un sorriso amorevole restò a illuminare l’espressione della mora che continuò a prendersi cura della ragazza che riposò lì con lei. Vide la sua reazione al nominare il suo maestro di spada ma, grazie al suo sguardo protettivo e ad un abbraccio saldo ma gentile, riuscì a trasmetterle la sensazione di sentirsi sufficientemente protetta da non pensarci; unitamente a ciò, la sua voce e le sue parole furono altrettanto dissuadenti per farla ricadere nel ciclo d’infatuazione nella quale si stava ritrovando.
Ero molto sbarazzina e curiosa, in quel periodo…siamo jedi, ma siamo umane.
Non scese nei particolari, distratta da quel modo di strusciarsi col viso della più giovane che rasentava un modo del tutto felino di scambiarsi affetto. Vederla così giocosa e in pace, con la guardia abbassata, le fece scoprire un lato di lei che non aveva mai mostrato in altre occasioni…in sua presenza, perlomeno.
No…non l’ho ancora visto.
Confermò l’hapiana, mentre i suoi occhi andarono – per la prima volta – ad assumere un riflesso ceruleo che la Hill poté ricondurre ad un deliberato uso della Forza come amplificazione delle capacità visive. Conscia del fatto che non vi fosse nessuno nei dintorni, quando Sophie le si avvicinò schiuse la bocca fino a morderle il labbro superiore, giocosamente, per poi lasciarlo andare l’attimo successivo alla stregua di un lothcat che gioca con un…“lothmouse”(?).
Sono affamata.
Esordì con tono sì neutro ma che lasciava spazio ad una certa ironia, considerato il leggero morso dato.
Mi accompagneresti in Mensa? Poi ti libero, promesso.
Proprio in quel momento, un brontolio prolungato (proveniente dallo stomaco vuoto dell’hapiana) si fece sentire ed Astra – imbarazzata – si allontanò per un attimo da Sophie, tornando quasi eretta nella sua seduta.
Oh Karabast.
Le guance si tinsero di rosso, mentre lo sguardo guardò altrove.
 
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